La presentazione dei due nuovi testi di Adriano Graziotti presso la facoltà di Matematica dell’Università di Roma - La Sapienza (di D. Forte)
Nell'aula del Consiglio della Facoltà di Matematica dell'Università Sapienza di Roma si è svolta il 30 novembre scorso la presentazione degli ultimi due volumi inerenti l'opera di Adriano Graziotti, editi da Simmetria. La scelta dell’aula è dovuta anche al fatto che la Facoltà ha ospitato, per alcuni anni, una piccola parte della collezione dei magnifici poliedri costruiti da Graziotti.
La prolusione è stata tenuta dal prof Claudio Bernardi, dell'Istituto “Guido Castelnuovo”, che ha cortesemente ospitato il convegno e introdotto l'opera con parole di apprezzamento sia per il lavoro svolto dal Graziotti che per i relatori, ing. Claudio Lanzi, prof. Silvio Maracchia e arch. Biagio di Carlo.
L’ing. Lanzi, presidente di Simmetria, ha messo in evidenza come le forme e i colori dei disegni di Graziotti si richiamino agli schemi rinascimentali e concordino con quella metafisica della matematica in cui la qualità del numero non è meno importante della quantità. Portando come esempio i rosoni gotici, le pavimentazioni cretesi, romane e rinascimentali, ha evidenziato il problema che sorge nella divisione dello spazio in forme regolari o semiregolari, quando, da poligoni elementari, si passa a poligoni per la cui costruzione è richiesta l'applicazione della proporzione aurea. Tali opere aprono all'universo dei tassellati e dei frattali ampiamente studiati da Graziotti, così come la geometria dei poliedri richiama l'essenza dei principi formatori dell'universo accennata da Platone nel “Timeo” e dai suoi contemporanei. In seguito Lanzi ha ricordato alcuni aneddoti personali, relativi ai lunghi anni della sua profonda amicizia con Graziotti, ed altri ricavati dai diari, che riguardano sia il periodo del fascismo, durante il quale vinse tutti i premi d'arte possibili e immaginabili, sia gli anni drammatici vissuti a Bratislava durante la guerra, e, infine, il glorioso periodo americano, in cui gli furono conferiti prestigiosi riconoscimenti in ambito universitario, grazie alla peculiarità del sistema accademico statunitense svincolato da quelle logiche “dinastiche” che spesso condizionano il nostro.
L'architetto Biagio di Carlo ha presentato infine alcune strutture originali da lui costruite, definite "tensegrity"; queste rimandano efficacemente agli straordinari disegni di Graziotti, anticipatori di studi più famosi che hanno dato nome a strutture poi da altri "brevettate", (per es. il “fullerene” di Bukmister Fuller) e a tante altre scoperte geometriche con cui Graziotti ha riempito i suoi quaderni senza però avere gli stessi riconoscimenti accademici riservati ad altri, come molto spesso accade.
Particolare curiosità ha destato la piccola sfera, costruita da Graziotti con infinita pazienza e attenzione, in cui, forse per la prima volta, sono stati inseriti manualmente tutti e cinque i poliedri “vacui” regolari, usando tondini di ferro smaltati e verniciati secondo i colori attribuiti storicamente agli elementi formatori dell’universo.
Tale manufatto. originale e particolarissimo, è realizzato in modo tale che gli spigoli non si intersechino fra loro, pur lasciando agli stessi la possibilità di ruotare liberamente nella sfera: una ulteriore dimostrazione pratica del collegamento straordinario tra la mente matematica, l'abilità manuale e la sensibilità artistica di questo grande italiano.
L’interesse dimostrato dai presenti attraverso svariate domande, ha contribuito ad aumentare in me l’entusiasmo e l’emozione. Dopo più di quaranta anni tornavo nella sala dove mi ero laureata, e scoprivo realizzazioni stupefacenti di una grande mente che, all’epoca in cui studiavo, non erano assolutamente divulgate. Per questo ritengo doveroso ringraziare Simmetria, nella persona del suo presidente Claudio Lanzi, e gli altri relatori che a Graziotti hanno reso omaggio, oltre tutti coloro che hanno contribuito a realizzare la stampa dei volumi prestigiosi presentati nel corso della conferenza: senza il loro contributo l’opera di Adriano Graziotti avrebbe rischiato di restare sepolta ancora per molto tempo.